Per la prima volta in Italia la crew berlinese 1UP
A cura di Manfredi Brunelli Bonetti testo critico di Michele Mezzano
ITA
Rauchhaus, Kreuzberg. Un po’ squat, un po’ centro culturale, qui passa gente da tutta Europa che arriva a Berlino per condividere arte, cultura ed esperienze di vita. È qui che molti trovano la loro famiglia berlinese lontano da casa. Ed è esattamente questo che accade al writer milanese Morkone, quando nel 2009 si trasferisce a Berlino. Tra il tedesco dei ragazzi locali e l’inglese degli stranieri, la lingua di tutti i giorni sa poco di italiano. È così tra un Hallo! e un Goodbye, introduce un saluto che ha più il sapore di casa:
“Tutte cous!”, o come ormai lo scrivono a Kreuzberg, Tutte koz!
Ed è questo il saluto che accoglie Manfredi quando arriva a Berlino per il suo giro annuale nella capitale tedesca. È il 2012 e Morkone è già di casa tra i ragazzi che di notte prendono d’assalto i vagoni della metro e scalano i palazzi del centro. E quella notte in particolare sono più di una dozzina ad unirsi alla coppia di Writers italiani. Quello che Manfredi ancora non sapeva mentre sgattaiolava con i suoi nuovi amici in un palazzo della periferia di Berlino è che quella notte avrebbe dato inizio a tutta questa storia.
AVANTGARDEN GALLERY PRESENTA
”TUTT COUS! One United Power”
Berlino, una sera d’estate.
Otto ragazzi coperti dai cappucci della felpa sporchi di biancone percorrono in fila indiana le strade della città. Uno dietro l’altro scendono le scale che conducono alla Metro. Non curanti dei passanti, scavalcano i tornelli e procedono con passo deciso verso i treni. Con precisione e ordine il gruppo si separa e ogni membro raggiunge la sua posizione lungo la banchina. Attendono, come i pendolari attorno a loro, il prossimo convoglio di vagoni.
All’arrivo del treno, comincia il caos. O almeno questa è l’impressione dei presenti che, loro malgrado, si ritrovano al centro di una coreografia solo apparentemente scomposta e senza senso. Con eccezionale coordinazione, gli otto writers si gettano sul lato del vagone e con un ritmo che non lascia il tempo di pensare, realizzano un unico, enorme blockstyle che occupa l’intera fiancata. Un minuto dopo il suo arrivo, il treno e un centinaio di berlinesi stupefatti e intossicati da una nuvola d’argento, lasciano la stazione cercando di capire quello che è appena successo.
È il 2013 quando Manfredi me ne parla per la prima volta.
‘‘Cerca 1Up, Berlin’’, mi dice. ‘‘Chi è 1Up?”, gli rispondo.
“Eh, bella domanda!”
La questione non è chi è 1UP, ma piuttosto cosa è 1UP.
Tanto per cominciare, si scrive ‘1UP’ e vuol dire ‘One United Power’.
E per raccontare questo fenomeno che nasce dalla scena Berlinese degli anni ’90, poche righe non bastano. Perché si dovrebbe raccontare la storia del writing, dei Bloods e dei Crips. Bisognerebbe spiegare che cos’è una Tag e cosa significa appartenere a una Crew. Si dovrebbe conoscere il fenomeno del trainwriting e farsi spiegare da gente come Seen che cosa vuol dire scrivere il tuo nome dove tutti possono vederlo.
Ma bisognerebbe anche addentrarsi nella cultura underground di una Berlino divisa dal muro e, in particolare, di un quartiere, Kreuzberg, che dalla polvere di quel muro ha visto nascere alcune delle Crew di Writers più famose e attive al mondo. Su quel muro infatti, generazioni di giovani berlinesi hanno imparato a scrivere e disegnare (letteralmente) sopra i limiti imposti dall’autorità. Si sono addestrati a muoversi in silenzio, tra il lecito e l’illecito, tra l’arte e la politica. E quando il muro è stato abbattuto, i limiti da superare sono diventati altri. La fama personale, musa dei writers di tutto il mondo, qui ha avuto vita breve. Più la Crew è diventata famosa, più il singolo è diventato anonimo. E alla fine, una trentina di anonimi ragazzi della working class Berlinese, sono diventati 1UP, la Crew più conosciuta la mondo.
Dall’orizzontale, al verticale, 1Up è cresciuta in tutti i sensi. Dal 2003 a oggi, i palazzi di tutto il mondo (United vuol dire global per questi ragazzi) sono stati conquistati da queste tre semplici lettere. Perché quando per fare un pezzo devi introdurti in una proprietà privata, scassinare una decina tra porte e lucchetti, disattivare telecamere e sistemi di sicurezza e avere esperienza di scalata in corda doppia, hai bisogno di qualcosa di dannatamente semplice da scrivere prima che arrivino le guardie. La semplicità è anche un forte strumento di condivisione. La trasfigurazione della lettera che assicurava l’anonimato, lascia il posto a una scrittura massiccia dai contorni neri e sempre chiaramente definiti. La lettera non solo torna ad essere comprensibile, ma diventa impossibile non leggerla.
Ma la condivisione è anche quella che avviene online. L’uso di almeno 3 punti macchina per le riprese, ai quali si aggiunge un drone per il controllo della posizione delle forze dell’ordine, assicura una copertura quasi hollywoodiana ad ogni azione della Crew. Grazie al controllo mediatico delle loro azioni i ragazzi di 1UP si sono dati un nuovo obiettivo. Lo scopo non è più stupire o intrattenere lo spettatore attraverso immagini e lettere ricercate, ma coinvolgerlo nella stessa creazione del pezzo. Quando leggi 1UP in cima ad un palazzo, non puoi fare altro che cominciare a chiederti come diavolo hanno fatto ad arrivare a scrivere in un punto che sembra impossibile da raggiungere. Il messaggio, più che la scritta in sé, è l’azione che ne permette la realizzazione. Il significato è esattamente quello che si ha di fronte. One United Power non è solo una Crew (o una famiglia, come amano ripetere) ma un invito ad alzare lo sguardo e a guardare oltre il muro, proprio dove non ti aspetteresti mai di trovare qualcosa.
Questa presenza imponente nei panorami cittadini è ben rappresentata dal enorme graffito che accoglie i visitatori ancora prima di accedere alla mostra. Avantgarden Gallery inaugura infatti i suoi nuovi spazi espositivi con una esposizione che proietta lo spettatore al centro della storia della Crew berlinese, accompagnandolo alla scoperta di tecniche e stili che hanno caratterizzato il movimento del writing mondiale negli ultimi 20 anni. Accanto all’esposizione di opere inedite, sarà possibile ripercorrere con foto e video esclusivi la realizzazione delle azioni più eclatanti che hanno fatto di 1UP il fenomeno mondiale che è oggi.
ENG
Text by Michele Mezzano
Rauchhaus, Kreuzberg. A bit of a Squat, a cultural centre and a home for many people from all over Europe who come to Berlin to share art, culture and life experiences. This is where many find their Berlin family away from home. And this is exactly what happens to the Milanese writer Morkone, when in 2009 decided to move to Berlin. Surrounded by the German speaking of the local boys and the English of the foreigners, the everyday language does not sound too Italian to him. So, between an Hallo! and a Goodbye, he starts to introduce a greeting that has more the taste of home: “Tutt cous!”, Or as they write it now in Kreuzberg, “Tutt koz!”
And this is the greeting that welcomes Manfredi, when he arrives in Berlin for his annual tour of the German capital. Year is 2012 and Morkone feels at home among the boys who at night storm the subway trains and climb the Downtown’s buildings. That night in particular, more than a dozen are joining the Italian Writers in the raid. And while he was sneaking with his new friends in a building in the Berlin’s suburbs, Manfredi would not ever imagine that that night would have started this whole story.
AVANTGARDEN GALLERY PRESENTS
”TUTT COUS! One United Power”
The first Italian exhibition by 1UP
Berlin, a summer evening.
Eight boys covered by their hoods dirty in white paint walk the streets of the city forming a silent single line. One behind the other the group descends the stairs leading to the Metro. They climb over the turnstiles and proceed with firm step towards the trains, not caring for the passers-by. With precision and order, the group separates and each member reaches its position along the quay. They await, like the commuters around them, the next convoy of wagons.
When the train arrives, the chaos begins. At least, this is the impression for those who, despite their will, find themselves at the center of a choreography that is only apparently broken up and meaningless. With exceptional coordination, the eight writers throw themselves on the side of the wagon and with a rhythm that leaves no time to think, they create a single, huge blockstyle that occupies the entire wagon. A minute after his arrival, the train with a hundred Berliners, amazed and intoxicated by a cloud of silver paint, leaves the station with the people trying to understand what has just happened around them.
It was 2013 when Manfredi calls me.
‘‘ Search ‘1Up, Berlin ’, he tells me. “” Who is 1Up? “, was my reply.
“Eh, that’s a good question!”
The question is not who is 1UP, but rather what is 1UP.
First, they write ‘1UP’ and it means ‘One United Power’.
To tell this phenomenon that comes from the Berlin scene of the 1990s, few lines are not enough. Because you should tell the story of the writing, the story of the Bloods and the Crips. It would be necessary to explain what a Tag is and what it means to belong to a Crew. You should know the phenomenon of trainwriting and have people like Seen explain to you what it means to write your name where everyone can see it.
But we should also go deep into the underground culture of a Berlin divided by the Wall and, in particular, the story of a neighborhood, Kreuzberg, which from the dust of that Wall saw the birth of some of the most famous and active Writers Crews in the world. On that Wall in fact, generations of young Berliners have learned to write and draw (literally) above the limits imposed by authority. They trained themselves to move in silence, between the lawful and the illicit, between art and politics. Finally, when the Wall was torn down, the limits to be overcome became others. The personal fame, a Muse for the writers around the world, has had a short life here. The more famous the Crew became, the more the single became anonymous. In the end, thirty anonymous Berliner working class kids have become 1UP, the most well-known Crew in the world.
From horizontally to the vertically, 1Up has grown in every sense. From 2003 to today, these three simple letters have conquered buildings from all over the world (‘United’ means Global for these kids). The reason is simple. If, in order to make a piece, you have to enter a private property, break in a dozen between doors and padlocks, turn off cameras and security systems and have a rappel experience, then you need something damn easy to write before the guards arrive. Simplicity is also a strong sharing tool. The transfiguration of the letter, which used to assure anonymity, become a massive writing, with black outlines that always clearly define it. The letter not only returns to be understandable, but it becomes impossible not to read it.
Sharing is also online. The use of at least 3 camera points for shooting and a drone to control the position of the police, ensures an Hollywood-style coverage for every action of the Crew. Thanks to the media control of their actions, the people at 1UP set themselves a new goal. The aim is no longer to amaze or entertain the viewer through sought-after images and letters, but to involve them in the creation of the piece itself. When you read 1UP on top of a building, all you have to do is start asking yourself ‘how the hell did they get to write in a place like that?’. The message, rather than the writing itself, is the action that allows its realization. The meaning is exactly what is in front of you. One United Power is not just a Crew (or a family, as they like to repeat) but an invitation to look up and look over the wall, right where you would never expect to find anything else.
This imposing presence in the city landscapes is well represented by the huge graffiti that welcomes visitors even before entering the exhibition. Avantgarden Gallery inaugurates its new exhibition spaces with a show that projects the spectator at the center of the Berlin Crew’s history, accompanying him to the discovery of techniques and styles that have characterized the movement of world writing in the last 20 years. Alongside the exhibition of unpublished works, it will be possible to retrace with exclusive photos and videos the most striking actions that have made 1UP the worldwide phenomenon it is today.